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L’anno che tra poco ci lasceremo alle spalle è caratterizzato da due importanti fenomeni:

  • La lunghissima siccità combinata alle alte temperature ha messo a dura prova prodotti e produttori;
  • L’aggravarsi della presenza della Flavescenza Dorata sui vigneti;

Le colture permanenti come i frutteti, seppur dotati di impianto irriguo comunque sofferto. Le elevate temperature con scarsa escursione termica giorno/notte hanno fatto rallentare sensibilmente la fisiologia delle piante dando frutti con dimensioni ridotte. I seminativi hanno sofferto pesantemente nelle aree non irrigue, nei suoli molto sciolti, anche nelle aree irrigue dove, per carenza di disponibilità, i consorzi di bonifica sono stati costretti a razionare i rilasci. La coltura che è stata più colpita è sicuramente il mais. I foraggi sia in pianura che in aree collinari/montane hanno visto ridurre decisamente le produzioni. Gli allevatori hanno dovuto fare i salti mortali per reintegrare le mancate produzioni. 

La flavescenza dorata e in misura minore, il mal dell’esca sono state le fitopatie che hanno minato i vigneti della nostra regione. Molti incontri tecnici sono stati organizzati a tal proposito, anche noi abbiamo cercato di approfondire le cause di questo aumento di queste fitoplasmosi. In particolare, la flavescenza dorata, malgrado sia noto data tempo quale sia il vettore della diffusione della malattia, mortale per le piante, ha avuto una diffusione mai vista prima d’ora. In pericolo c’è la produzione enologica ma anche vivaistica. A sostegno dei danneggiati, come Condifesa del Friuli Venezia Giulia e parte del Veneto abbiamo instituito da tempo un fondo mutualistico, ma non è la soluzione del problema, argina solo i macro-danni economici.

Relativamente alla gestione del rischio nella declinazione “passiva” ovvero tramite l’assicurazione, il CondifesaFVG nel 2022 ha visto i seguenti dati:

VEGETALI

 

360.028.951,48

+ 14,64%

STRUTTURE/IMPIANTI

 

16.741.081,90

+ 31,14%

ZOOTECNINA

 

3.106.206,53

– 22,83%

Come possiamo constatare gli incrementi dei capitali sulle colture vegetali sono importanti ma possono essere ingannevoli, potrebbero essere influenzati solo dai prezzi, ma la crescita è stata determinata prevalentemente dalla quantità e questo è un bene, la potremo chiamare una crescita che dà stabilità ad un numero maggiore di imprese. Questo rappresenta il primo dei nostri obiettivi. Sul versante Strutture/Impianti, più imprese hanno pensato alla salvaguardia dell’impianto produttivo assieme al prodotto. In sensibile calo la Zootecnia. La percezione del rischio di essere colpiti da epizoozie, malgrado l’aviaria, malgrado la peste suina è bassa. Probabilmente anche la redditività di quel comparto limita il ricorso alla difesa passiva.

I danni sulle colture vegetali non sono stati rilevanti come nel 2021. Uno si domanda, ma come, con una siccità così tremenda, come può essere? Le Compagnie assicurative vedono le aree non irrigue come territori dove non siamo in presenza di una probabilità remota di un danno catastrofale, bensì di molto probabile con il risultato che la maggior parte delle Compagnie neanche accettano coperture su tali aree. Un po’ diverso ma sempre con il medesimo principio vale per l’altro importante danno di tipo catastrofale, quale il gelo/brina primaverile. Il cambiamento climatico ha modificato anche i comportamenti della pianta, inverni sempre più miti, fanno sì che la pianta non vada neanche in totale dormienza, e la combinazione luce e temperatura fa sì che il risveglio dalla dormienza fenologica sia anticipato, esponendo i germogli al gelo primaverile tardivo. L’assenza di piogge ha ridotto la frequenza di grandinate e forti venti.

 Ciò nonostante, l’importo dei risarcimenti nelle colture vegetali nel 2022 è stato di € 17.661.060,49! 

Considerando che le aziende spenderanno di tasca loro circa 13 milioni di euro, portane a casa più di 17 milioni già a fine anno su danni assicurabili mette in evidenza la virtuosità economica della gestione del rischio. Questo è il conto della serva, dovessimo analizzare per bene tutte le altre sfaccettature molti altri sono gli aspetto positivi di una gestione del rischio. Ricordiamoci che il rischio costa sempre all’impresa sia che lo consideri o che faccia finta che non ci sia.

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