AGABITI (ASNACODI), NUOVO RECORD PER CAMPAGNA ASSICURATIVA 2020
APPENA PARTITA: L’AGRICOLTURA C’È!
Di
Letizia Martirano – Agrapress
“Coronavirus, gelate, siccità, insetti alieni e chi più ne
ha più ne metta - purtroppo - non stanno fermando il settore primario nazionale
supportato dal sistema dei servizi che, per quanto riguarda la Gestione del
Rischio, dai Condifesa, sta continuando a produrre senza non poche difficoltà”,
osserva Albano Agabiti, il presidente di Asnacodi, l’associazione dei consorzi
di difesa che, in questa intervista, frutto di una lunga chiacchierata,
fa il punto la campagna assicurativa in agricoltura e se una politica attiva di
gestione del rischio può essere uno strumento a supporto degli agricoltori in
questa fase critica per il paese.
Considerando il
momento difficile qual è la situazione della campagna assicurativa 2020?
Possiamo dire che, vista la situazione, i numeri sono incoraggianti. La
tendenza che stiamo registrando dai nostri Condifesa è positiva. Attualmente il
valore assicurato delle produzioni ha già superato di gran lunga i 3,5 miliardi
di euro. Se il trend sarà confermato potremmo superare il record di valori assicurati
avuto nel 2019 di circa 8 miliardi. Numeri che evidenziano come gli agricoltori
siano sempre più orientati ad assicurare le proprie coltivazioni.
Come vi siete
organizzati per captare gli agricoltori?
Sicuramente il Coronavirus ci ha imposto, in breve tempo, nuove abitudini di
lavoro che, grazie alla tecnologia, siamo riusciti a strutturare a tempo di
record. sia Asnacodi sia le Organizzazioni professionali sia Consorzi, con
grande senso di responsabilità e attenzione alle assicurazioni si sono subito
adoperati per attivare modalità di lavoro intelligente e dare continuo supporto
agli associati. Email, telefono, videoconferenze e altri strumenti sono nuovi
strumenti di lavoro ai quali ormai tutti si sono abituati.
I problemi emersi in
tema di riassicurazioni e assicurazioni durante il Forum di Assisi del 31
gennaio scorso sono stati affrontati?
Ad Assisi riassicuratori e assicuratori hanno evidenziato come, negli
ultimi anni, si siano registrati sinistri importanti per molte realtà e premi
che le assicurazioni non riuscivano a coprire. Costoro hanno chiesto un aumento
delle tariffe non inferiore al 20% ed un adeguamento delle condizioni in
Polizza per continuare ad operare in ambito agricolo. Ansacodi e i Condifesa
hanno lavorato con lo scopo comune di contenere al massimo eventuali
peggioramenti in termini di tasso e condizioni al socio. La situazione,
fortunatamente, si è risolta permettendo di limitare notevolmente l’aumento di
tariffa e dando la possibilità a tutti gli agricoltori di assicurarsi non
appena i Condifesa hanno aperto la campagna. Nessun Consorzio ha evidenziato
impossibilità di aprire le assunzioni assicurative. Un obiettivo fondamentale
vista la situazione nelle campagne.
Avete registrato
emergenze particolari?
Dai nostri Condifesa ci arrivano segnalazioni costanti sull’andamento della
campagna assicurativa e, ovviamente, anche sul lo stato agronomico delle
colture. In alcune aree della Penisola si sono verificate gelate che hanno
compromesso, in maniera anche importante, alcune produzioni, mi riferisco in
particolare a drupacee, actinidia e orticole. Un’ulteriore preoccupazione che i
Condifesa registrano dai propri associati riguarda la prolungata mancanza di
precipitazioni che si sta registrando in diverse aree del Paese. Queste, molto
probabilmente, avranno ripercussioni importanti sulle rese e sulla
qualità.
Più precisamente quali
sono le valutazioni?
Le perdite in termini monetari sono consistenti e, secondo le stime di
Coldiretti, sono di svariati milioni di euro. Il che determinerà conseguenti
indennizzi da parte delle compagnie assicurative per qualche decina di milioni
di euro. In molte aree sono attive le polizze a copertura sia dei danni causati
dal gelo sia dalla siccità. Purtroppo stiamo riscontrando un acuirsi degli
eventi estremi per quanto riguarda le avversità climatiche, sempre più nuovi
insetti alieni e importanti fluttuazioni del mercato. Ad oggi, una delle uniche
armi a disposizione dell’agricoltore per fronteggiare tali emergenze è proprio
quella di affidarsi alla Gestione del Rischio con tutti i possibili strumenti
che sono stati sviluppati, polizza “classica”, fondi mutualistici, polizze
index-based, fondi settoriali per stabilizzare il reddito.
E’ possibile avere dei
numeri sui Fondi per la stabilizzazione del reddito? Scatteranno nel 2020?
I Fondi per la stabilizzazione del reddito (IST-Income Stabilization Tool)
permettono di tutelare il reddito dell’azienda agricola dagli andamenti
negativi del mercato, in poche parole si mette al riparo il proprio reddito da
eventi esterni all’azienda e non dipendenti dall’attività imprenditoriale
diretta. Fondi che, va sottolineato, godono di una importante contribuzione
pubblica pari al 70%. In pratica l’agricoltore mette 3 e la Comunità Europea
aggiunge 7. Attualmente sono stati approvati dalla Commissione
appositamente istituita dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali due Soggetti Gestori che hanno attivato a loro volta tre Fondi IST.
In particolare, Un fondo per la tutela del reddito delle aziende melicole, uno
per le aziende zootecniche da latte ed uno per il settore ortofrutticolo
compresi i piccoli frutti. Questi primi “pionieri”, coordinati da Asnacodi e
all’interno di un progetto che coinvolgerà tutti i Condifesa, saranno i portavoce
per estendere i fondi IST a tutto il territorio nazionale, coprendo le diverse
esigenze dei diversi comparti produttivi. Grazie a questi fondi sarà possibile
ricevere dalla Comunità Europea oltre 9 milioni di euro per l’annata 2019 e che
altrimenti sarebbero andati persi. Per dire se saranno soddisfatte le
condizioni (Ismea decreta che vi è una riduzione diffusa del reddito pari ad
almeno il 15% o il Comitato di Gestione del Fondo evidenzia una perdita di
reddito in uno degli areali di competenza) per far scattare uno dei fondi IST
presenti sul territorio nazionale è certamente presto. È anche vero che se la
situazione dovesse continuare a essere tale molto probabilmente in alcuni
settori ci sarà la necessità di attivare i fondi, ad esempio nel settore latte
bovino.
Come sarà il futuro
della Gestione del Rischio…
La Gestione del Rischio in agricoltura nei prossimi anni vivrà senza ombra di
dubbio un’importante evoluzione che coinvolgerà diversi ambiti sino ad oggi
poco esplorati dal nostro settore. Su tutti l’innovazione tecnologica giocherà
un ruolo fondamentale, e in parte lo sta già facendo, per la crescita della
Gestione del Rischio. Quando mi riferisco alle tecnologie intendo, big data,
intelligenza artificiale, sensoristica a terra e satellitare, sistemi di
supporto alle decisioni e altro. Tecnologie che saranno parte integrante di un
nuovo approccio necessario per affrontare in maniera efficace le continue
straordinarie emergenze, anche rispetto ad un mercato e ad un contesto in
continua e veloce evoluzione. Il tutto dovrà, necessariamente, essere
sviluppato tenendo in debita considerazione la programmazione comunitaria e in
concertazione con le organizzazioni professionali, le organizzazioni
produttive, il mondo della ricerca e gli enti istituzionali, a partire dalla
“cabina di regia” che la Ministra Bellanova ha annunciato. Come sappiamo
l’attuale configurazione della PAC sarà, molto probabilmente, prorogata sino a
tutto il 2022. Questo, se da un lato ci permette di avere certezze finanziarie
per il prossimo biennio, dall’altro ci sprona a valutare in maniera organica e
condivisa il post PAC 2022. Inoltre, questa proroga della PAC ci spinge a
cercare di raggiungere alcuni risultati previsti dal PSRN attuale: estendere le
garanzie assicurative e omogeneizzare la diffusione territoriale delle
assicurazioni su tutta la Penisola. Noi stiamo già lavorando per permettere una
ulteriore crescita del comparto Gestione del Rischio, sicuri che noi
agricoltori siamo già altrettanto pronti ad affrontare le nuove sfide